Friday, October 24, 2014

Mons.Guido vuole la FSSPX accettare il magistero con errori di fatto e dottrinali

 
In un'intervista rilasciata a Famille chrétienne (accesso a pagamento), ripresa e commentata da Riposte catholique, Mons. Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, si è espresso sulle relazioni tra Roma e la Fraternità Sacerdotale S. Pio X.

Già nel comunicato del 23 settembre 2014 si intravvedevano prospettive positive, e le stesse sono state più che confermate da Mons. Pozzo, il quale ha ricordato che le relazioni tra le parti continuano anche "dopo l'elezione di Papa Francesco", per superare le difficoltà dottrinali che persistono.

Aggiungiamo noi che si è creata una certa buon'intesa tra il Superiore della FSSPX mons. Fellay e il card. Mueller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, da cui i colloqui dipendono.

Mons. Pozzo ha ricordato che i punti su cui si ha difficoltà di incontro tra S. Sede e Fraternità riguardano sia problemi dottrinali, sia la situazione pastorale-ecclesiale nel periodo postconciliare.

Mons. Pozzo ha ricordato lo stato canonico di un'eventuale Fraternità riconciliata: egli prospetta la possibilità di una prelatura personale (proposta che, come già apparso durante gli incontri ai tempi di Benedetto XVI, sarebbe accettata dalla Fraternità). Questa soluzione avrebbe come principale caratteristica l'assenza di una circoscrizione territoriale, contrariamente alle diocesi. Il prelato della Fraternità avrebbe il libero e incondizionato diritto di erigere un seminario, di incardinare seminaristi di ordinarli.

Sui rapporti con i Vescovi diocesani ancora nulla è stato definito, anche se in virtù di accordi locali ai sacerdoti della Fraternità potrebbe anche essere affidata la cura di alcune parrocchie (oltre, ben inteso, quella delle chiese della prelatura).

Sulle questioni dottrinali, Mons. Pozzo ricalca la posizione "ratzingeriana" ma introduce una novità: le riserve o le posizioni della Fraternità su certi aspetti che non riguardano la fede ma che concernono i temi pastorali o di insegnamento prudente del Magistero non devono essere necessariamente ritirati o annullati dalla Fraternità. Questo appare un superamento di alcune posizioni più rigide anteriori: purché non tocchino punti dottrinali, le critiche (si immagina sia sottinteso: rispettose) verso la gerarchia ecclesiastica ed il modus operandi della Chiesa, sono legittime e possono continuare. Riposte catholique commenta che, rispetto alla precisione dogmatica di Benedetto XVI, ciò sembra andare nella direzione 'francescana' di 'sdottrinalizzare' ove possibile, nella logica di un pontificato che aspira ad abbordare le questioni sotto un angolo pastorale...

Ecco le parole di Mons. Pozzo


Coerentemente con il motu proprio Ecclesiae Unitatem di Benedetto (2009), la Congregazione per la Dottrina della Fede ha sempre ritenuto che il superamento dei problemi dottrinali sia condizione essenziale e necessaria per procedere con il riconoscimento canonico della Fraternità. Tuttavia, vorrei chiarire che il superamento delle difficoltà dottrinali non significa che le riserve o le posizioni della Fraternità San Pio X su aspetti che sono al di fuori del campo della fede, ma che si riferiscono a temi pastorali e di insegnamento prudenziale del Magistero, debbano necessariamente essere ritirate o annullate dalla Fraternità. Il desiderio di continuare la discussione e l'approfondimento di tali questioni che turbano la Fraternità San Pio X, per precisazioni e chiarimenti ulteriori, non solo è ancora possibile, ma - almeno a mio parere - da incoraggiare e desiderabile. Non le si chiede quindi di derogare a tale esigenza che la Fraternità manifesta nei confronti di un certo numero di temi.

Per Pozzo, la voce "non negoziabile" è il ruolo del Magistero:

Ciò che è essenziale, cui non si può rinunciare, è l'adesione alla Professio fidei e al principio secondo il quale è solo al magistero della Chiesa che è stato affidato dal Signore la capacità di interpretare in modo autentico, vale a dire con l'autorità di Cristo, la Parola di Dio scritta e trasmessa. Questa è la dottrina cattolica, richiamata dal Concilio Vaticano II (Dei Verbum, 10), ma già esplicitamente insegnata da Pio XII nella sua enciclica Humani generis. Ciò significa che il Magistero, seppur non è certamente sopra la Scrittura e la Tradizione, è però l'istanza autentica che giudica le interpretazioni della Scrittura e della Tradizione, da qualunque parte provegano. Quindi, se ci sono diversi gradi di autorità e di adesione dei fedeli ai suoi insegnamenti - come indicato nella Costituzione dogmatica Lumen Gentium (25) del Concilio Vaticano II - nessuno si può porre al di sopra del Magistero. Penso e spero sinceramente che, in questo quadro dottrinale che ho appena descritto, si possa trovare il punto di convergenza e di intesa comune, in quanto questo particolare argomento è una dottrina appartenente alla fede cattolica, e non una discussione teologica legittima o un criterio pastorale.
Altro passaggio:

Non è vero che la Santa Sede intende imporre una capitolazione alla FSSPX. Invece, la invita a ritrovarsi al suo fianco nello stesso quadro di principi dottrinali necessari per garantire una costante aderenza alla fede e alla dottrina cattolica del Magistero e della Tradizione, lasciando al tempo stesso al campo dello studio e dell'approfondimento le sue riserve, sollevate su alcuni aspetti e formulazioni dei documenti del Vaticano II e sul modo in cui alcune riforme che ne sono seguite, ma che non riguardano questioni di dogmatica e dottrinali indiscutibili. Non c'è dubbio che gli insegnamenti del Vaticano II hanno un grado di autorità e un carattere vincolante estremamente variabile, a seconda dei testi. Ad esempio, le costituzioni sulla Chiesa Lumen gentium e Dei Verbum sulla divina Rivelazione hanno il carattere di una dichiarazione dottrinale, anche se non c'erano definizioni dogmatiche. Mentre, d'altra parte, le dichiarazioni sulla libertà religiosa, sulle religioni non cristiane, e il Decreto sull'ecumenismo, hanno un grado di autorità e un carattere vincolante diversi e inferiori.
Sui tempi di una possibile riconciliazione:
Non credo che ora possiamo indicare un termine preciso per la conclusione del cammino intrapreso. L'impegno da parte nostra e, suppongo, da parte del Superiore della Fraternità San Pio X è di procedere per fasi, senza scorciatoie improvvisate, ma anche con il chiaro obiettivo di promuovere l'unità nella carità della Chiesa universale guidata dal successore di Pietro. "Caritas urget nos!", come afferma San Paolo.
Robertus e Enrico
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Lionel:
ERRORE 1 Il Magistero vuole che FSSPX accettare il battesimo di desiderio e di essere salvato nell'ignoranza invincibile come casi fisicamente visibili a noi in 2014 . Essi dovrebbero essere fisicamente visibile per il Magistero. Perche sono visibile sono eccezioni per il tradizione e in particilare il dogma extra ecclesiam nulla salus.

ERRORE 2
Questo è stato un errore del 'magistero' nella Lettera del Sant'Uffizio 1949. L'errore si ripete nel Catechismo della Chiesa Cattolica 1257 in cui si dice che Dio non è limitata ai Sacramenti e anche, Dio è limitata a i Sacramenti.Questo è contrario al Principio di Non Contraddizione.

Questo è un errore di fatto(defacto) del magistero e non fa parte del deposito della Fede. Questo è Cushingismo, una falsa dottrina.

ERRORE 3
Così il Concilio Vaticano II può essere interpretata come una rottura con la Tradizione e il dogma extra ecclesiam nulla salus.

Senza questa falsa premessa ( morte in cielo e visibili sulla terra) di Magistero il Concilio Vatican II e in accordo con extra ecclesiam nulla salus e l'insegnamenti tradizionale sulle altre religioni e comunità cristiane.

Ad Gentes 7 dice che tutti hanno bisogno di fede e del battesimo per salvezza.Tutti bisogno di fede cattolica e il battesimo di acqua per salvezza.Protestanti non hanno fede cattolica. Loro non hanno la fede e gli insegnamenti morali della Chiesa Cattolica. Loro bisogno i Sacramenti.
Protestanti come i cristiani ortodossi devono convertire in la Chiesa Cattolica per salvezza.Questa e la posizione di FSSPX ancora ma i loro libri non menzionano mai Ad Gentes 7.

Quindi, se la Fraternità Sacerdotale San Pio X afferma questo punto allora la Curia di Vaticano sara probabile non 'obbedire al magistero' per ragioni politiche.

-Lionel Andrades

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