Thursday, September 10, 2015

Subito l'asilo a chi fugge dalla persecuzione religiosa

Urge velocizzare le procedure per la concessione dell'asilo politico, anche perchè tra le principali cause delle migrazioni si intensifica quella della persecuzione e della discriminazione sulla base delle differenze religiose. Pubblichiamo l'appello lanciato da Aiuto alla Chiesa che Soffre.

Aiuto alla Chiesa che Soffre | giovedì 3 settembre 2015
Alla sezione italiana di Aiuto alla Chiesa che Soffre risulta che l’intensificazione della persecuzione e della discriminazione motivate dalla religione e la loro estensione in un maggior numero di aree geografiche sia diventata tra le principali cause di fuga dai territori di origine: rispetto anche solo a 5- 6 anni fa molte più persone e interi nuclei familiari sono costretti a fuggire dalla loro patria perché rischiano la vita per la fede. Lo conferma l’incremento dei richiedenti asilo giunti in Italia da Eritrea, Iraq, Nigeria, Pakistan, Siria.

Queste famiglie, così come tutti coloro che chiedono il riconoscimento dello status di rifugiato, attendono non meno di dodici mesi prima che la loro istanza sia esaminata dalle Commissioni territoriali, vivono dunque problemi di emarginazione e di disagio collegati a questa lunga attesa, e spesso rischiano ritorsioni anche in Italia; nonostante le Commissioni siano raddoppiate rispetto a prima dell’emergenza (passando da 20 a 40), il loro numero è comunque insufficiente di fronte a domande che sono diventate 10 volte di più rispetto al recente passato.

Aiuto alla Chiesa che Soffre rivolge un appello alle istituzioni italiane competenti perché il sistema nel suo insieme sia reso più celere, e perché in particolare chi fugge dalla persecuzione religiosa abbia una corsia preferenziale, più rapida e con maggiori garanzie, per il riconoscimento dello status di rifugiato; e quindi perché le Commissioni territoriali siano sollecitate ad un esame veloce e dall’esito positivo, una volta accertate la zona di provenienza e la confessione religiosa di appartenenza: non è necessaria una approfondita istruttoria perché, per es., un cristiano proveniente da Homs in Siria o da Mosul in Iraq ottenga lo status di rifugiato. Senza entrare in questioni che non riguardano la competenza di Aiuto alla Chiesa che Soffre, l’appello è nello specifico ad un ampliamento del numero delle Commissioni territoriali, alla destinazione mirata di una parte di esse a quanti fuggono dalla persecuzione religiosa, e alla cura che la fede di appartenenza non sia causa implicita di discriminazione anche in Italia.

Roma, 3 settembre 2015

“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Fondazione di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2014 ha raccolto oltre 105 milioni di euro nei 21 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato 5.614 progetti in 145 nazioni.

Per informazioni:
mp@acs-italia.org; http://acs-italia.org/

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