Santa Veronica Giuliani
(Orsola) nacque il 27 dicembre 1660. Entrò nel monastero delle Clarisse
Cappuccine di Città di Castello. Morì il 9 luglio 1727. Una visione
dell'inferno, avuta nel 1696, è così raccontata
da Santa Veronica: «Parvemi
che il Signore mi facesse vedere un luogo oscurissimo; ma dava incendio come
fosse stata una gran fornace. Erano fiamme e fuoco, ma non si vedeva luce;
sentivo stridi e rumori, ma non si vedeva niente; usciva un fetore e fumo
orrendo, ma non vi è, in questa vita, cosa da poter paragonare. In questo
punto, Iddio mi dà
una
comunicazione sopra l'ingratitudine delle creature, e quanto gli dispiaccia
questo peccato. E qui mi si dimostrò tutto appassionato, flagellato, coronato
di spine, con viva, pesante croce in spalla. Così mi disse:
"Mira e guarda
bene questo luogo che non avrà mai fine. Vi sta, per tormento, la mia giustizia
ed il rigoroso mio sdegno". In questo mentre, mi parve di sentire un gran
rumore. Comparvero tanti demoni: tutti, con catene, tenevano bestie legate di
diverse specie. Le dette bestie, in un subito, divennero creature (uomini), ma
tanto spaventevoli e brutte, che mi davano più terrore che non erano gli stessi
demoni. Io stavo tutta tremante, e mi volevo accostare dove stava il Signore.
Ma, contuttoché vi fosse poco spazio, non potei mai avvicinarmi più. Il Signore
grondava sangue, e sotto quel grave peso stava. O Dio! Io avrei voluto
raccogliere il Sangue, e pigliare quella Croce, e con grand'ansia desideravo il
significato di tutto. In un istante, quelle creature divennero, di nuovo, in
figura di bestie, e poi, tutte furono precipitate in quel luogo oscurissimo, e
maledicevano Iddio e i Santi.
Qui mi si aggiunge un rapimento, e mi parve che
il Signore mi facesse capire, che quel luogo era l'inferno, e quelle anime
erano morte, e, per il peccato, erano divenute come bestie, e che, fra esse, vi
erano anche dei religiosi [...]. Mi pareva di essere trasportata in
un luogo deserto, oscuro e solitario, ove non sentivo altro che urli, stridi,
fischi di serpenti, rumori di catene, di ruote, di ferri, botti così grandi,
che, ad ogni colpo, pensavo sprofondasse tutto il mondo. E io non aveva sussidi
ove rivolgermi; non potevo parlare; non potevo invitare il Signore. Mi pareva
che fosse luogo di castigo e di sdegno di Dio verso di me, per le tante offese
fatte a Sua Divina Maestà. E avevo davanti di me tutti i miei peccati [...].
Sentivo un incendio di fuoco, ma non vedevo fiamme; altro che colpi sopra di
me; ma non vedevo nessuno. In un subito, sentivo come una fiamma di fuoco che
si avvicinava a me, e sentivo percuotermi; ma niente vedevo. Oh! Che pena! Che
tormento! Descriverlo non posso; e anche il sol ricordarmi di ciò, mi fà
tremare. Alla fine, fra tante tenebre, mi parve di vedere un piccolo lume come
per aria. A poco a poco, si dilatò tanto. Mi sembrava che mi sollevasse da tali
pene; ma non vedevo altro». Un'altra
visione dell'inferno è del 17 gennaio 1716. La Santa racconta che in detto
giorno fu trasportata da alcuni angeli nell'inferno: «In un
batter d'occhio mi ritrovai in una regione bassa, nera e fetida, piena di
muggiti di tori, di urli di leoni, di fischi di serpenti [...]. Una
grande montagna si alzava a picco davanti a me ed era tutta coperta di aspidi e
basilischi legati assieme [...]. La montagna viva era un clamore di
maledizioni orribili. Essa era l'inferno superiore, cioè l'inferno benigno.
Infatti, la montagna si spalancò e nei suoi fianchi aperti vidi una moltitudine
di anime e demoni intrecciati con catene di fuoco. I demoni, estremamente
furiosi, molestavano le anime le quali urlavano disperate. A questa montagna
seguivano altre montagne più orride, le cui viscere erano teatro di atroci e
indescrivibili supplizi.
Nel
fondo dell'abisso vidi un trono mostruoso, fatto di demoni terrificanti. Al
centro una sedia formata dai capi dell'abisso. Satana ci sedeva sopra nel suo
indescrivibile orrore e da lì osservava tutti i dannati. Gli angeli mi
spiegarono che la visione di Satana forma il tormento dell'inferno, come la
visione di Dio forma la delizia del Paradiso. Nel frattempo, notai che il muto
cuscino della sedia erano Giuda ed altre anime disperate come lui. Chiesi agli
angeli di chi fossero quelle anime ed ebbi questa terribile risposta: "Essi
furono dignitari della Chiesa e prelati religiosi». E in quell'abisso,
ella vide precipitare una pioggia di anime... Ed ecco altre visioni della
Santa: «Come Dante, anche la nostra Santa, appena su la soglia, ode
urli, voci lamentevoli, bestemmie e maledizioni contro Dio. Vede mostri,
serpenti, fiamme smisurate. È menata per tutto l'inferno. Precipitano giù, con
la furia di densa grandine, le anime dei nuovi abitatori. E a quest'arrivo, si
rinnovano pene sopra pene ai dannati. In un luogo ancora più profondo trova
ammucchiate migliaia di anime (sono quelle degli assassini), sopra le quali
incombe un torchio con una immensa ruota. La ruota gira e fà tremare tutto
l'inferno. All'improvviso il torchio piomba su le anime, le riduce quasi a una
sola; cosicché ciascuna partecipa alla pena dell'altra. Poi ritornano come
prima. Ci sono parecchie anime con un libro in mano.
I
demoni le battono con verghe di fuoco nella bocca, con mazze di ferro sul capo,
e con spuntoni acuti trapassano loro le orecchie. Sono le anime di quei
religiosi bastardi, che adattarono la regola a uso e consumo proprio. Altre
anime sono rinchiuse in sacchetti e infilzate dai diavoli nella bocca d'un
orrendo dragone che in eterno le digruma. Sono le anime degli avari. Altre
gorgogliano tuffate in un lago d'immondizie. Di tratto in tratto sgusciano
fulmini. Le anime restano incenerite, ma dopo riacquistano lo stato primiero. I
peccati che hanno commesso sono i più gravi che mai vivente può immaginare.
Tutte le strade dell'inferno appaiono sparse di rasoi, di coltelli, di mannaie
taglienti. E mostri, dovunque mostri. E una voce che grida: "Sarà sempre
così. Sempre, sempre, sempre". Veronica è condotta alla presenza di
Lucifero. Egli ha d'intorno le anime più graziate dal cielo, che nulla fecero per
Iddio, per la sua gloria; e tiene sotto i piedi, a guisa di cuscino, e pesta
continuamente le anime di quelli che mancarono ai loro voti. "Via
l'intrusa che ci accresce i tormenti"!, urla furibondo ai suoi ministri.
Levata dall'inferno, Veronica ripete esterrefatta: "O giustizia di Dio,
quanto sei potente"»!
SANTA VERONICA GIULIANI: “L’INFERNO È ORRIBILE” IO CI SONO STATA
Bodies of saints incorrupted-St.Veronica Giuliani
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