Un ragazzo all'inferno
Una notte, verso le dodici, la donna stava a
letto leggendo un romanzo per conciliare il sonno. Appena spenta la candela per
addormentarsi, si accorse che una strana luce, proveniente dalla porta, si
diffondeva nella camera, crescendo sempre più. Meravigliata, spalancò gli occhi
non sapendo spiegarsi il fenomeno. La porta della camera si aprì lentamente ed
apparve il giovane Lord, complice dei suoi disordini.
Prima che essa potesse proferire parola, il
giovane le fu vicino, l'afferrò al polso e disse in inglese: «C'è un Inferno,
dove si brucia!».
Il dolore che la poveretta sentì al polso fu
tale che svenne. Rinvenuta mezz'ora dopo, chiamò la cameriera, la quale
entrando nella stanza sentì un forte puzzo di bruciato. La cameriera constatò
che la padrona aveva al polso una scottatura così profonda da lasciar vedere
l'osso, avente la superficie di una mano di uomo. Osservò ancora che dalla porta
il tappeto aveva le impronte di passi d'uomo e che ne era bruciato il tessuto da
una parte all'altra.
Il giorno seguente la signora seppe che la
stessa notte il giovane Lord era morto.
[Brano di Don Giuseppe Tomaselli tratto da
"L'inferno c'è". Imprimatur: Catania, 22-11-1954, Sac. N. Ciancio Vic.
Gen.]
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