(di Roberto de Mattei) Quarant’anni fa, il 22 maggio
1978, sotto il nome di legge 194 per l’interruzione della
gravidanza veniva introdotto in Italia, da una
classe dirigente democristiana, l’omicidio di Stato di
massa.
1978, sotto il nome di legge 194 per l’interruzione della
gravidanza veniva introdotto in Italia, da una
classe dirigente democristiana, l’omicidio di Stato di
massa.
Omicidio, perché la legge 194 stabilisce la liceità
di sopprimere l’essere umano innocente nel grembo
della madre; omicidio di Stato, perché questo
crimine è approvato, organizzato e finanziato dallo
Stato italiano; omicidio di massa, perché le vittime
dell’aborto in Italia sono state, secondo stime
ufficiali, circa sei milioni, un numero di molto
superiore alla somma di tutti morti in guerre e
sciagure naturali dalla nascita dello Stato italiano
(1861) ad oggi.
di sopprimere l’essere umano innocente nel grembo
della madre; omicidio di Stato, perché questo
crimine è approvato, organizzato e finanziato dallo
Stato italiano; omicidio di massa, perché le vittime
dell’aborto in Italia sono state, secondo stime
ufficiali, circa sei milioni, un numero di molto
superiore alla somma di tutti morti in guerre e
sciagure naturali dalla nascita dello Stato italiano
(1861) ad oggi.
Emma Bonino, che con Marco Pannella si
batté in maniera sfegatata per fare approvare
questa legge, in una video-intervista rilasciata
il 22 maggio 2018 a la Repubblica, ha detto che
la legge 194 «ha funzionato». Come può
funzionare una ghigliottina o un forno crematorio,
senza nessuna parola di pietà per chi viene ucciso.
Però – ha aggiunto la Bonino – dopo quarant’anni
è necessario «fare un tagliando» cioè perfezionare
questa legge, perché qualcosa ancora non
funziona bene. Qual è il problema? È l’altissima
obiezione di coscienza dei medici, che impedisce
una applicazione piena e solerte della legge.
batté in maniera sfegatata per fare approvare
questa legge, in una video-intervista rilasciata
il 22 maggio 2018 a la Repubblica, ha detto che
la legge 194 «ha funzionato». Come può
funzionare una ghigliottina o un forno crematorio,
senza nessuna parola di pietà per chi viene ucciso.
Però – ha aggiunto la Bonino – dopo quarant’anni
è necessario «fare un tagliando» cioè perfezionare
questa legge, perché qualcosa ancora non
funziona bene. Qual è il problema? È l’altissima
obiezione di coscienza dei medici, che impedisce
una applicazione piena e solerte della legge.
Alla Bonino non interessa sapere quali sono
le ragioni di questa obiezione di coscienza,
quello che importa è che la legge funzioni, che
la carneficina continui e perciò ella auspica
una maggiore diffusione dell’aborto farmacologico,
attraverso la RU 486, la pillola abortiva, a cui
ancora poche donne ricorrono. Emma
Bonino, come tanti abortisti, considera
evidentemente il bambino un’escrescenza
del corpo della madre, oppure, se ammette
che sia vita umana ciò che si svolge per nove
mesi nel seno materno, fa propria la visione
secondo cui l’interesse dello Stato, della razza,
della classe proletaria, o del singolo individuo,
giustifica l’uccisione di un essere umano
innocente. Questa visione ha un solo nome,
che va proclamato a chiare lettere: barbarie. La
Bonino non si rende neppure conto che qualcosa
nel mondo sta cambiando, che oggi non sono i
cortei delle femministe a riempire le strada, ma le
marce per la Vita come è accaduto a Roma il 19
maggio e in Argentina il 20 maggio. La grande
stampa ignora questi eventi, ma non si può
fermare una protesta che nasce da quella legge
naturale che è incisa a caratteri indelebili nel cuore
di ogni uomo. Sotto la pressione dei
movimenti pro-life, negli Stati Uniti, il presidente
Trump, ha fatto, in meno di un anno, più
di quanto abbiano fatto negli ultimi trent’anni i
suoi predecessori. La stessa Cina comunista,
dopo il fallimento della sciagurata politica del
figlio unico, ha deciso che dall’inizio del 2019,
saranno aboliti i limiti fin qui imposti alle nascite.
le ragioni di questa obiezione di coscienza,
quello che importa è che la legge funzioni, che
la carneficina continui e perciò ella auspica
una maggiore diffusione dell’aborto farmacologico,
attraverso la RU 486, la pillola abortiva, a cui
ancora poche donne ricorrono. Emma
Bonino, come tanti abortisti, considera
evidentemente il bambino un’escrescenza
del corpo della madre, oppure, se ammette
che sia vita umana ciò che si svolge per nove
mesi nel seno materno, fa propria la visione
secondo cui l’interesse dello Stato, della razza,
della classe proletaria, o del singolo individuo,
giustifica l’uccisione di un essere umano
innocente. Questa visione ha un solo nome,
che va proclamato a chiare lettere: barbarie. La
Bonino non si rende neppure conto che qualcosa
nel mondo sta cambiando, che oggi non sono i
cortei delle femministe a riempire le strada, ma le
marce per la Vita come è accaduto a Roma il 19
maggio e in Argentina il 20 maggio. La grande
stampa ignora questi eventi, ma non si può
fermare una protesta che nasce da quella legge
naturale che è incisa a caratteri indelebili nel cuore
di ogni uomo. Sotto la pressione dei
movimenti pro-life, negli Stati Uniti, il presidente
Trump, ha fatto, in meno di un anno, più
di quanto abbiano fatto negli ultimi trent’anni i
suoi predecessori. La stessa Cina comunista,
dopo il fallimento della sciagurata politica del
figlio unico, ha deciso che dall’inizio del 2019,
saranno aboliti i limiti fin qui imposti alle nascite.
In Italia un nuovo governo si sta formando. È
lamentevole il fatto che nel cosiddetto “contratto
di governo” i grandi temi della vita e della famiglia
siano assenti, o considerati solo sotto l’aspetto
strettamente economico. Eppure, come ha
osservato Virginia Coda Nunziante, se il linguaggio
economico è l’unico che viene compreso,
basterebbe cominciare con il togliere dalla spesa
pubblica i 2-300 milioni di euro che ogni anno
sono dedicati ad uccidere i nostri bambini e
dedicarli a rendere più funzionante non
l’abortificio, ma il sistema sanitario nazionale.
Una delle ragioni della crisi del nostro paese
è il crollo demografico, dovuto all’aborto e alla
contraccezione, frutto a loro volta di una cultura
edonista e relativista. Non si potrà uscire
dalla crisi se non si rovesciano i presupposti
della cultura di morte. È questo il messaggio che
viene dalla Marcia per la Vita e da altre recenti
iniziative, come quelle di Citizengo e di Pro Vita
onlus, ma anche dallo sforzo di tanti giovani,
gruppi e associazioni, che non si arrendono, che
andranno avanti, e che all’Italia in disfacimento
di oggi, sostituiranno un’Italia che ritrova la
legge divina e naturale e su quella costruisce il
proprio futuro. (Roberto de Mattei)
https://www.corrispondenzaromana.it/costruire-il-futuro-sulla-legge-divina-e-naturale/lamentevole il fatto che nel cosiddetto “contratto
di governo” i grandi temi della vita e della famiglia
siano assenti, o considerati solo sotto l’aspetto
strettamente economico. Eppure, come ha
osservato Virginia Coda Nunziante, se il linguaggio
economico è l’unico che viene compreso,
basterebbe cominciare con il togliere dalla spesa
pubblica i 2-300 milioni di euro che ogni anno
sono dedicati ad uccidere i nostri bambini e
dedicarli a rendere più funzionante non
l’abortificio, ma il sistema sanitario nazionale.
Una delle ragioni della crisi del nostro paese
è il crollo demografico, dovuto all’aborto e alla
contraccezione, frutto a loro volta di una cultura
edonista e relativista. Non si potrà uscire
dalla crisi se non si rovesciano i presupposti
della cultura di morte. È questo il messaggio che
viene dalla Marcia per la Vita e da altre recenti
iniziative, come quelle di Citizengo e di Pro Vita
onlus, ma anche dallo sforzo di tanti giovani,
gruppi e associazioni, che non si arrendono, che
andranno avanti, e che all’Italia in disfacimento
di oggi, sostituiranno un’Italia che ritrova la
legge divina e naturale e su quella costruisce il
proprio futuro. (Roberto de Mattei)
No comments:
Post a Comment