Ad Gentes 7, Concilio Vaticano II
È dunque necessario che tutti si convertano al Cristo conosciuto attraverso la predicazione della Chiesa, ed
a lui e alla Chiesa, suo corpo, siano incorporati attraverso il
battesimo . Cristo stesso infatti, « ribadendo espressamente la
necessità della fede e del battesimo (cfr. Mc 16,16; Gv 3,5),
ha confermato simultaneamente la necessità della Chiesa, nella quale
gli uomini entrano, per così dire, attraverso la porta del battesimo. Per
questo non possono salvarsi quegli uomini i quali, pur sapendo che la
Chiesa cattolica è stata stabilita da Dio per mezzo di Gesù Cristo come
istituzione necessaria, tuttavia rifiutano o di entrare o di rimanere in
essa » . Benché quindi Dio, attraverso vie che lui solo conosce, possa
portare gli uomini che senza loro colpa ignorano il Vangelo...
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Lumen Gentium 14, Concilio Vaticano II
14.
Il santo Concilio si rivolge quindi prima di tutto ai fedeli cattolici.
Esso, basandosi sulla sacra Scrittura e sulla tradizione, insegna che
questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza. Solo il Cristo,
infatti, presente in mezzo a noi nel suo corpo che è la Chiesa, è il
mediatore e la via della salvezza; ora egli stesso, inculcando
espressamente la necessità della fede e del battesimo (cfr. Gv 3,5), ha
nello stesso tempo confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli
uomini entrano per il battesimo come per una porta. Perciò
non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la
Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come
necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare. Sono
pienamente incorporati nella società della Chiesa quelli che, avendo lo
Spirito di Cristo, accettano integralmente la sua organizzazione e
tutti i mezzi di salvezza in essa istituiti, e che inoltre, grazie ai
legami costituiti dalla professione di fede, dai sacramenti, dal governo
ecclesiastico e dalla comunione, sono uniti, nell'assemblea visibile
della Chiesa, con il Cristo che la dirige mediante il sommo Pontefice e i
vescovi. Non si salva, però, anche se incorporato alla Chiesa, colui
che, non perseverando nella carità, rimane sì in seno alla Chiesa col
«corpo», ma non col «cuore» [
26].
Si ricordino bene tutti i figli della Chiesa che la loro privilegiata
condizione non va ascritta ai loro meriti, ma ad una speciale grazia di
Cristo; per cui, se non vi corrispondono col pensiero, con le parole e
con le opere, non solo non si salveranno, ma anzi saranno più
severamente giudicati [
27].
I catecumeni che per impulso dello Spirito
Santo desiderano ed espressamente vogliono essere incorporati alla
Chiesa, vengono ad essa congiunti da questo stesso desiderio, e la madre
Chiesa li avvolge come già suoi con il proprio amore e con le proprie
cure.
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Unitatis Redintigratio 3 (Decree on Ecumenism 3), Vatican Council II
Coloro infatti che credono in Cristo ed
hanno ricevuto validamente il battesimo, sono costituiti in una certa
comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa cattolica. Sicuramente,
le divergenze che in vari modi esistono tra loro e la Chiesa cattolica,
sia nel campo della dottrina e talora anche della disciplina, sia circa
la struttura della Chiesa, costituiscono non pochi impedimenti, e
talvolta gravi, alla piena comunione ecclesiale. Al superamento di essi
tende appunto il movimento ecumenico. Nondimeno, giustificati nel
battesimo dalla fede, sono incorporati a Cristo e perciò sono a ragione
insigniti del nome di cristiani, e dai figli della Chiesa cattolica
sono giustamente riconosciuti quali fratelli nel Signore .
Inoltre, tra gli elementi o beni dal complesso dei quali la stessa
Chiesa è edificata e vivificata, alcuni, anzi parecchi ed eccellenti,
possono trovarsi fuori dei confini visibili della Chiesa cattolica: la
parola di Dio scritta, la vita della grazia, la fede, la speranza e la
carità, e altri doni interiori dello Spirito Santo ed elementi visibili.
Tutte queste cose, le quali provengono da Cristo e a lui conducono,
appartengono a buon diritto all'unica Chiesa di Cristo.
Anche non poche azioni sacre della
religione cristiana vengono compiute dai fratelli da noi separati, e
queste in vari modi, secondo la diversa condizione di ciascuna Chiesa o
comunità, possono senza dubbio produrre realmente la vita della grazia, e
si devono dire atte ad aprire accesso alla comunione della salvezza.
Perciò queste Chiese e comunità separate, quantunque crediamo abbiano
delle carenze, nel mistero della salvezza non son affatto spoglie di
significato e di valore. Lo Spirito di
Cristo infatti non ricusa di servirsi di esse come di strumenti di
salvezza, la cui forza deriva dalla stessa pienezza della grazia e della
verità, che è stata affidata alla Chiesa cattolica.
Tuttavia i fratelli da noi separati, sia
essi individualmente, sia le loro comunità e Chiese, non godono di
quella unità, che Gesù Cristo ha voluto elargire a tutti quelli che ha
rigenerato e vivificato insieme per formare un solo corpo in vista di
una vita nuova, unità attestata dalle sacre Scritture e dalla veneranda
tradizione della Chiesa. Infatti solo per mezzo della cattolica Chiesa
di Cristo, che è il mezzo generale della salvezza, si può ottenere tutta
la pienezza dei mezzi di salvezza. In realtà noi crediamo che al solo
Collegio apostolico con a capo Pietro il Signore ha affidato tutti i
tesori della Nuova Alleanza, al fine di costituire l'unico corpo di
Cristo sulla terra, al quale bisogna che siano pienamente incorporati
tutti quelli che già in qualche modo appartengono al popolo di Dio. Il
quale popolo, quantunque rimanga esposto al peccato nei suoi membri
finché dura la sua terrestre peregrinazione, cresce tuttavia in Cristo
ed è soavemente condotto da Dio secondo i suoi arcani disegni, fino a
che raggiunga gioioso tutta la pienezza della gloria eterna nella
celeste Gerusalemme.
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Dignitatis Humane 1, Concilio Vaticano II
1. Nell'età contemporanea gli esseri umani divengono sempre più
consapevoli della propria dignità di persone e cresce il numero di
coloro che esigono di agire di loro iniziativa, esercitando la propria
responsabile libertà, mossi dalla coscienza del dovere e non pressati da
misure coercitive. Parimenti, gli stessi esseri umani postulano una
giuridica delimitazione del potere delle autorità pubbliche, affinché
non siano troppo circoscritti i confini alla onesta libertà, tanto delle
singole persone, quanto delle associazioni. Questa esigenza di libertà
nella convivenza umana riguarda soprattutto i valori dello spirito, e in
primo luogo il libero esercizio della religione nella società.
Considerando diligentemente tali aspirazioni, e proponendosi di
dichiarare quanto e come siano conformi alla verità e alla giustizia,
questo Concilio Vaticano rimedita la tradizione sacra e la dottrina
della Chiesa, dalle quali trae nuovi elementi in costante armonia con
quelli già posseduti.
Anzitutto, il sacro Concilio professa che
Dio stesso ha fatto conoscere al genere umano la via attraverso la quale
gli uomini, servendolo, possono in Cristo trovare salvezza e pervenire
alla beatitudine. Questa unica vera religione crediamo che sussista
nella Chiesa cattolica e apostolica, alla quale il Signore Gesù ha
affidato la missione di comunicarla a tutti gli uomini, dicendo agli
apostoli: « Andate dunque, istruite tutte le genti battezzandole nel
nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a
osservare tutto quello che io vi ho comandato » (Mt 28,19-20). E tutti
gli esseri umani sono tenuti a cercare la verità, specialmente in ciò
che concerne Dio e la sua Chiesa, e sono tenuti ad aderire alla verità
man mano che la conoscono e a rimanerle fedeli.
Il sacro Concilio professa pure che questi doveri attingono e vincolano
la coscienza degli uomini, e che la verità non si impone che per la
forza della verità stessa, la quale si diffonde nelle menti soavemente e
insieme con vigore. E poiché la libertà religiosa, che gli esseri umani
esigono nell'adempiere il dovere di onorare Iddio, riguarda l'immunità
dalla coercizione nella società civile, essa lascia intatta la dottrina
tradizionale cattolica sul dovere morale dei singoli e delle società
verso la vera religione e l'unica Chiesa di Cristo. Inoltre
il sacro Concilio, trattando di questa libertà religiosa, si propone di
sviluppare la dottrina dei sommi Pontefici più recenti intorno ai
diritti inviolabili della persona umana e all'ordinamento giuridico
della società.
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Catechismo della Chiesa Cattolica
«Fuori della Chiesa non c'è salvezza»
846 Come bisogna intendere questa
affermazione spesso ripetuta dai Padri della Chiesa? Formulata in modo
positivo, significa che ogni salvezza viene da Cristo-Capo per mezzo
della Chiesa che è il suo corpo:
Il santo Concilio « insegna, appoggiandosi
sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione, che questa Chiesa
pellegrinante è necessaria alla salvezza. Infatti solo Cristo, presente
per noi nel suo corpo, che è la Chiesa, è il Mediatore e la Via della
salvezza; ora egli, inculcando espressamente la necessità della fede e
del Battesimo, ha insieme confermato la necessità della Chiesa, nella
quale gli uomini entrano mediante il Battesimo come per la porta. Perciò
non potrebbero salvarsi quegli uomini, i quali, non ignorando che la
Chiesa cattolica è stata da Dio per mezzo di Gesù Cristo fondata come
necessaria, non avessero tuttavia voluto entrare in essa o in essa
perseverare ».
847 Questa affermazione non si riferisce a coloro che, senza loro colpa, ignorano Cristo e la Chiesa:
« Infatti, quelli che senza colpa ignorano
il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e tuttavia cercano sinceramente
Dio, e sotto l'influsso della grazia si sforzano di compiere con le
opere la volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame della
coscienza, possono conseguire la salvezza eterna ».
848 « Benché Dio, attraverso vie a lui note, possa portare gli uomini, che senza loro colpa ignorano il Vangelo, alla fede, senza la quale è impossibile piacergli, è tuttavia compito imprescindibile della Chiesa, ed insieme sacro diritto, evangelizzare » tutti gli uomini.
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DOMINUS IESUS
IV. UNICITÀ E UNITÀ DELLA CHIESA
16. Il Signore Gesù, unico Salvatore, non stabilì una semplice comunità di discepoli, ma costituì la Chiesa come mistero salvifico: Egli stesso è nella Chiesa e la Chiesa è in Lui (cf. Gv 15,1ss.; Gal 3,28; Ef 4,15-16; At 9,5);
perciò, la pienezza del mistero salvifico di Cristo appartiene anche
alla Chiesa, inseparabilmente unita al suo Signore. Gesù Cristo,
infatti, continua la sua presenza e la sua opera di salvezza nella
Chiesa ed attraverso la Chiesa (cf.Col 1,24-27) [47], che è suo Corpo (cf. 1 Cor 12, 12-13.27; Col 1,18)
[48]. E così come il capo e le membra di un corpo vivo pur non
identificandosi sono inseparabili, Cristo e la Chiesa non possono essere
confusi ma neanche separati, e costituiscono un unico « Cristo totale »
. Questa stessa inseparabilità viene espressa nel Nuovo Testamento
anche mediante l'analogia della Chiesa come Sposa di Cristo (cf. 2 Cor 11,2; Ef 5,25-29; Ap 21,2.9) .
Perciò, in connessione con l'unicità e l'universalità della mediazione salvifica di Gesù Cristo, deve essere fermamente creduta come
verità di fede cattolica l'unicità della Chiesa da lui fondata. Così
come c'è un solo Cristo, esiste un solo suo Corpo, una sola sua Sposa: «
una sola Chiesa cattolica e apostolica » . Inoltre, le promesse del
Signore di non abbandonare mai la sua Chiesa (cf. Mt 16,18; 28,20) e di guidarla con il suo Spirito (cf. Gv 16,13)
comportano che, secondo la fede cattolica, l'unicità e l'unità , come
tutto quanto appartiene all'integrità della Chiesa, non verranno mai a
mancare .
I fedeli sono tenuti a professare che
esiste una continuità storica – radicata nella successione apostolica –
tra la Chiesa fondata da Cristo e la Chiesa Cattolica: « È questa
l'unica Chiesa di Cristo [...] che il Salvatore nostro, dopo la
risurrezione (cf. Gv 21,17), diede da pascere a Pietro, affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida (cf. Mt 28,18ss.); egli l'ha eretta per sempre come colonna e fondamento della verità (cf. 1 Tm 3,15). Questa Chiesa, costituita e organizzata in questo mondo come società , sussiste [subsistit in] nella Chiesa Cattolica, governata dal Successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui » . Con l'espressione «subsistit in», il Concilio Vaticano II volle armonizzare due affermazioni dottrinali: da
un lato che la Chiesa di Cristo, malgrado le divisioni dei cristiani,
continua ad esistere pienamente soltanto nella Chiesa Cattolica, e dall'altro lato «
l'esistenza di numerosi elementi di santificazione e di verità al di
fuori della sua compagine » , ovvero nelle Chiese e Comunità ecclesiali
che non sono ancora in piena comunione con la Chiesa Cattolica .
Ma riguardo a queste ultime, bisogna affermare che « il loro valore
deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verità che è stata
affidata alla Chiesa Cattolica » .
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LETTERA DEL SANTO UFFICIO 1949 DURANTE IL PONTIFICATO DI PAPA PIO XII
(Questa
lettera era una corrispondenza tra i cardinali degli uffici, ma i
liberali l'hanno collocata nel Denzinger ed è stata citata nel Concilio
Vaticano II e nel Catechismo della Chiesa Cattolica.Contiene un errore
oggettivo quando assume casi invisibili e sconosciuti del battesimo del
desiderio, il battesimo del sangue e l'essere salvati nell'ignoranza
invincibile sono visibili e conosciute eccezioni alla tradizionale
interpretazione del dogma extra ecclesiam nulla salus. Su questa Lettera
si basa la Nuova Teologia).
Siamo
legati dalla fede divina e cattolica a credere a tutte quelle cose che
sono contenute nella parola di Dio, contenuti nella Scrittura e nella
Tradizione, e sono proposti dalla Chiesa da credere come divinamente
rivelata, non solo attraverso giudizio solenne, ma anche attraverso
magistero ordinario e universale (‘Denzinger’, n. 1792, Conc. Vat. I,
Ses. III, Cap. III, del 24 aprile 1870 «Con fede divina e cattolica deve
credersi tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio scritta o
tramandata, e che è proposto dalla Chiesa come divinamente rivelato sia
con giudizio solenne, sia nel suo Magistero ordinario universale»)...
Ora,
tra le cose che la Chiesa ha sempre proclamato e non cesserà mai di
proclamare è contenuta anche quella dichiarazione infallibile con cui ci
viene insegnato che non c'è salvezza al di fuori della Chiesa.
Tuttavia,
questo dogma deve essere inteso in quel senso in cui la Chiesa lo
intende. Infatti, non è al giudizio dei privati che Nostro Salvatore ha
affidato la spiegazione di quelle cose che sono contenute nel deposito
della fede, ma solo al magistero della Chiesa...
Ora,
tra i comandamenti di Cristo, che non si tiene minimamente in
considerazione con cui ci viene comandato di essere incorporati mediante
il battesimo nel Corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa, e di restare
uniti a Cristo e al suo Vicario, per mezzo del quale egli stesso, in
modo visibile governa la Chiesa sulla terra.
Pertanto,
nessuno si salverà, di coloro che, conoscendo la Chiesa è stata
divinamente istituita da Cristo, tuttavia rifiuta di sottomettersi alla
Chiesa o rifiuta l'obbedienza al Romano Pontefice, Vicario di Cristo in
terra.
Non
solo il Salvatore ha comando che tutte le nazioni dovrebbero entrare
nella Chiesa, ma ha anche decretato che la Sua Chiesa è un mezzo di
salvezza, senza la quale nessuno può entrare nel Regno della Gloria
Eterna.
Nella
sua infinita misericordia Dio ha voluto che gli effetti, necessari
affinché uno possa essere salvato, di coloro che aiuta alla salvezza che
sono diretti verso il fine ultimo dell'uomo, non per necessità
intrinseca, ma solo per istituzione divina, può essere ottenuta anche in
alcune circostanze quando questi aiuti sono utilizzati al solo
desiderio e anelito. Ciò
lo vediamo chiaramente affermato nel Sacro Concilio di Trento, sia in
riferimento al sacramento della rigenerazione sia in riferimento al
sacramento della penitenza (‘Denzinger’, nn. 797, 807)...
Quindi, per ottenere la salvezza eterna, non è sempre necessario che egli sia incorporato alla Chiesa di fatto come un membro, ma è necessario che almeno egli sia unito alla Chiesa dal desiderio e anelito.
Tuttavia,
questo desiderio non deve essere sempre esplicito, come nei catecumeni;
ma quando una persona è coinvolta nell'ignoranza invincibile Dio
accetta anche un implicito desiderio, così chiamato perché è incluso in
quella buona disposizione d'animo per cui una persona desidera che la
sua volontà si conformarsi alla volontà di Dio.
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